" />

Allenarsi con una donna nel BJJ: cosa cambia (e cosa no)

Nel Brazilian Jiu-Jitsu capita spesso di allenarsi con una donna e per molti ragazzi all’inizio questo crea dubbi, esitazioni e piccoli imbarazzi che portano a comportamenti innaturali; c’è chi si irrigidisce, chi si trattiene, chi cambia modo di rollare cercando di sembrare attento o di non farsi mettere in difficoltà, ma il problema è sempre lo stesso: si sta combattendo contro un’immagine mentale e non contro un corpo reale. Quando sei sul tatami non importa se davanti a te c’è un uomo o una donna perché conta cosa sta facendo, come si muove, quali pressioni ti impone e come risponde alle tue; il corpo che hai davanti non è un’identità ma un linguaggio tecnico fatto di leve, spostamenti, posture e intenzioni; se inizi a pensare a chi hai davanti invece che a cosa sta succedendo nel gioco sei già uscito dal momento presente e se sei fuori dal momento sei anche fuori dal combattimento.

In gara il discorso non si pone perché nei circuiti amatoriali non esistono match misti: uomini e donne combattono in categorie separate per sesso, peso e cintura; non esiste il rischio di trovarsi contro una ragazza in un torneo federale, il punto è piuttosto cosa fai tu in palestra durante gli open mat o gli sparring liberi, quando l’avversario è una donna e magari tu non sai bene come comportarti. L’errore è pensare che serva una regola o una modalità diversa, una gentilezza particolare; in realtà serve la stessa cosa che serve sempre: presenza, attenzione, precisione tecnica, ascolto del ritmo e adattamento del proprio gioco; se inizi a pensare a come dovresti sembrare, se ti preoccupi di cosa penseranno gli altri, se ti trattieni o ti esponi, stai combattendo con la tua testa, non con il tuo avversario.

Questo vale anche fuori dal tatami perché nella vita facciamo spesso lo stesso errore: vediamo una persona e invece di ascoltare come si muove, come ci parla, come vive, iniziamo subito a costruire una storia su di lei; la etichettiamo come forte, debole, uomo, donna, simpatico, pericoloso, fragile o arrogante e nel momento in cui facciamo questo perdiamo il contatto vero, perdiamo la possibilità di imparare e restiamo prigionieri delle nostre proiezioni. Allenarsi con una donna non cambia nulla se sei davvero presente, se invece ti racconti una storia stai solo proteggendo la tua immagine e non stai praticando davvero; il tatami è uno spazio tecnico e neutro dove ogni corpo comunica qualcosa e tu rispondi con il tuo gioco; se riesci a restare lì senza pensare troppo a chi hai davanti e senza modificare il tuo atteggiamento per paura o insicurezza allora stai imparando qualcosa di vero.

Conclusioni

Non serve recitare, non serve trattenersi e nemmeno forzare, serve solo essere svegli, onesti e capaci di stare in quello scambio con la stessa attenzione che utilizzeresti contro un uomo , semplicemente calibrando la forza e lavorando maggiormente la tecnica.
- Saverio Gabrielli | Cintura nera di Brazilian Jiu-Jitsu - Head Coach MMA

Consulta gli orari delle lezioni settimanali per provare una lezione di MMA o Jiu-Jitsu.

LEZIONI